Giulio Natali
Sono nato a Corridonia, nelle Marche, e nella vita faccio il manager, professione che mi ha portato a girare per il mondo e a incontrare tante persone, la principale fonte di ispirazione dei miei racconti.
Ho iniziato a scrivere nel 2020 complice il lockdown, suscitando l’interesse dell’Editore La Gru, che ha pubblicato “Questioni di testa”, 22 storie in cui i protagonisti si trovano alla ricerca del senso della vita affrontando piccole cose quotidiane.
Questioni di Testa
Ecco due recensioni che potranno invogliare a leggere il libro
1° Recensione
https://www.mangialibri.com/libri/questioni-di-testa
Non sempre i personaggi hanno successo nel loro intento ma le loro azioni dimostrano che ci sono tante realtà quante una mente possa inventarne. Nella raccolta, queste invenzioni provengono, tra gli altri, da guardie giurate, volontarie di associazioni religiose, donne innamorate che intraprendono il viaggio verso la propria metà, bambini troppo curiosi, club segreti di paese e Babbi Natale prossimi alla pensione; anche l’anima, per un attimo senza il corpo, trova il modo di presentare la sua prospettiva.
Fabrizio è stato adottato da piccolo: da un orfanotrofio di Mumbai s’è ritrovato a crescere a Corridonia, Marche. Grazie alla pubblicità d’un dentifricio, ha conosciuto la notorietà alla fine degli anni ’80, diventando un’esotica mascotte nazionale. Ospitate televisive, campagne fotografiche, riviste adolescenziali, Sanremo… Ma poi si cresce, si passa alle pubblicità locali, alle reti minori, e la memoria del pubblico svanisce assieme ai soldi: si scivola nella vita di provincia, il Sert, il bar del paese. È proprio nel bar che Fabrizio conosce un ex fantino sardo dal passato non proprio cristallino ed un giovane avvocato alcolizzato che sta minando tutta la rispettabilità della sua schiatta di legulei di provincia. Cosa potrà partorire l’unione delle loro menti?… Cosa accade se ad un colloquio di lavoro, abbandonando le convenzioni ipocrite, si risponde con sincerità a trite questioni come “usi tre aggettivi per definirsi” o “dove si vede tra 5 anni?”… Libera Pozzi ha superato i quaranta, ha perso il lavoro, suo figlio sta cominciando a camminare con le proprie gambe d’adolescente e la sua vita familiare scorre grigia. È solo la sua educazione cattolica a consentirle d’andare avanti con l’idea d’una vita dedicata alla sofferenza; allora perché non dare senso al tempo dedicandosi al volontariato? Sì, proprio ora che a Mogliano è arrivato un nuovo parroco, don Enzo, un prete giovane e dinamico che gestisce la Spes, una rete di volontarie delle quali ben presto Libera diventa coordinatrice. Sì, la donna è felice di occupare il proprio tempo rendendosi utile agli altri: carità e amore riempiono la vita. Se però poi nella rete entra una giovane contabile, forestiera per giunta, a dare nuovo slancio operativo all’associazione conquistando la considerazione di don Enzo, cosa si sarà disposte a fare pur di continuare a primeggiare nel perseguire amore e carità?… L’ “Io” ha spodestato “Dio”: è uno Spam a dircelo. È lui che sa tutto di noi, che presiede alle nostre scelte falsamente determinate, che fa il bello ed il cattivo tempo con logiche che sfuggono alla nostra ragione… E se fosse un “Io” a vestire le logiche di uno Spam?…
Fulminante il primo racconto di nemmeno una pagina: è così che Questioni di testa cattura la curiosità predisponendo alla possibilità del pensiero laterale, al profilarsi di una piega bizzarra o inaspettata degli eventi, alla delusione delle aspettative, oppure ad un nulla apparente che esiste solo per il vissuto offerto dalla narrazione. È questione d’elaborazione, sono questioni di testa. Situazioni che assumono diversi contorni a seconda dell’impianto mentale di chi le vive e di chi le racconta. Ed è convogliando le situazioni nell’osservazione attraverso il filtro dell’esperienza, del sentire e dell’immaginazione che Giulio Natali produce materia narrativa rendendone interessante e piacevole la lettura, anche quando il racconto verte sul percorso quotidiano della corriera tra Corridonia e Macerata; volti, abitudini, percezioni: esistenze. Aloni di mestizia, talvolta rassegnazione o imprevisti, magari svolte beffarde a situazioni piatte. Oppure scorci di vita aziendale in cui è sempre la Corporation Spa a fare da paradigma di tutte le aberrazioni e le storture delle dinamiche lavorative spesso assurde eppure consolidate in tacite convenzioni che celebrano la messa in scena di rapporti prevedibili e scontati al pari dei concetti espressi con linguaggio anglo-standardizzato corredato dalla postura mentale di chi li adopera in base agli stilemi che ciascun ruolo impone. Ma poi dietro questa facciata ci sono le persone con le loro storie, per cui le scelte obbligate e le procedure producono conseguenze i cui danni collaterali vengono vissuti da solitudini a volte drammatiche. Altre volte ridicole. La vita di provincia, quella della grande città, il mondo aziendale, la comunicazione web, lo sguardo alle piccole cose, le velleità inespresse e la ricerca di una svolta, conferiscono un’attualità assoluta ai 22 racconti che l’autore delinea tenendosi lontano da qualsiasi retorica, alla stregua di un asciutto cronachista che, con poche parole, lascia che l’interpretazione sia delegata al campo dell’elaborazione individuale. Dopodiché sono le doti d’analisi, l’ironia, l’empatia e la curiosità di affacciarsi sulle esistenze a completare il quadro: il resto è questione di testa…
2° Recensione
https://www.mangialibri.com/libri/questioni-di-testa
Non è un libro sulle tradizioni dialettali o culturali di un popolo; non è un fatto di cronaca. Questioni di testa di Giulio Natali è vita reale che si dipana dinanzi ai nostri occhi.
La citazione con cui ho deciso di iniziare questa recensione è scelta non a caso. Non voglio raccontarvi cosa sia successo al protagonista del racconto, ma iniziarvi a ciò di cui andremo a parlare. Ogni racconto che compone la raccolta, infatti, raffigura uno scorcio di realtà, vissuta da un quivis de populo, una persona in cui potremmo indentificare noi stessi o il nostro vicino.
Ventuno brevi storie che non si limitano a narrare un episodio accaduto, ma che insistono sulla personalità che è alla base di quanto vissuto. Il lettore leggerà di chi viene licenziato dopo essere stato vittima di un inganno; di chi cerca di riempire la propria vita convincendosi di essere caritatevole e voler aiutare il prossimo, pur non essendolo affatto nel concreto; del tale che, preso da un raptus notturno, si lascia prendere dalla follia; del legame che una persona può avere con un oggetto della propria infanzia; di chi vive problemi di coppia; di chi finge che tutto vada bene, nonostante la sofferenza interiore.
“Anche se Libera non si compiaceva certo dei momenti in cui nulla le sembrava avere un senso, la concezione cristiana di una vita dedicata alla sofferenza riusciva a farla andare avanti”
Un dipinto ben variegato e dalle diverse tonalità di colore, insomma! Dal punto di vista significativo, dunque, l’opera di Giulio Natali suscita molto interesse. Analizzare la società in ogni sua sfaccettatura è sempre stato l’obiettivo, chissà quanto compiuto, dei più grandi filosofi della storia della sociologia. Eppure, nel nostro caso, l’analisi sociale non ha finalità statistiche o di risultato. Semplicemente, l’autore ci mostra la realtà, così com’è, descrivendola nella sua semplicità e purezza.
Tali connotati si rinvengono anche nel modo in cui la raccolta è strutturata. I racconti si susseguono, l’uno dopo l’altro, con naturalezza: sembra come se dalla storia dell’uomo seduto in quel bar, si passi poi alla storia della signora seduta al tavolo accanto, per poi soffermarsi sul tale seduto due tavolini dopo. E il narratore è maestro nell’articolare tutte le storie. Coinvolge il lettore dall’alto della sua onniscienza e lo accompagna nella conoscenza del reale (o, meglio, di quello che c’è dietro all’apparenza del reale). E così, impariamo a comprendere cosa si cela dietro quel sorriso o quella ruga che si intravede e che può tanto essere sintomo dell’età che avanza, tanto tormento del pensiero.
Lo stile di Giulio Natali è, anch’esso, semplice (la semplicità, se non si è notato, è la parola chiave che ho scelto per questa recensione). Rispecchia l’essere del protagonista di ogni racconto: in una storia è limpido, in un’altra più criptico, in un’altra più becero. Tutto dipende dai protagonisti della storia che si sta leggendo. Il ritmo narrativo è andante: in poche pagine, l’autore riesce a narrare una storia e a comunicare un messaggio.
Il messaggio è un altro elemento comune ad ogni racconto: la ricerca delle piccole cose. In realtà, non tutti i personaggi delle storie che il lettore, spero, leggerà riescono in questo intento. Ma il messaggio non è quello di riuscirci. Il messaggio che, credo, ci vuole dare Giulio Natali è la consapevolezza del bisogno che ognuno di noi ha di ricercare il senso delle cose, nella loro semplicità e naturalezza. Solo con questa consapevolezza, infatti, tutti noi possiamo provarci, e dobbiamo provarci perché oggi, più che mai, di questo abbiamo incessante bisogno.
Spero che la lettura possa interessarvi e, almeno, intrattenervi.
link casa editrice dove ordinare il libro
https://www.edizionilagru.com/catarsi/248-questioni-di-testa-9791280204073.html